STATI UNITI – NEW YORK

UN SOGNO CHE DIVENTA REALTA’

Ognuno di noi sogna l’ America per qualche motivo: per un film che ci è rimasto nel cuore, per le usanze di questa nazione, per la sua tecnologia o per i suoi mitici personaggi che restano scolpiti nella storia del mondo.

Di certo un viaggio in America segna nella nostra memoria dei panorami indescrivibili e davvero unici nel suo genere. Ci si sente piccoli davanti ai parchi nazionali, queste opere d’arte che solo la natura poteva creare. E allo stesso tempo, se ci spostiamo nelle grandi città ci si sente parte integrante di esse perché a New York non ci si sente turisti, a New York si entra subito a far parte della sua magia e della sua atmosfera. New York è tutto, ha tutto ed è per tutti. Non a caso è la città più fotografata, filmata e citata al mondo. L’America non è solo leggenda, in America si può vivere tutto questo e ogni esperienza regalerà dei ricordi indelebili.

 

1° GIORNO – 30 DICEMBRE

Dopo aver pernottato in un hotel nei pressi dell’aeroporto di Malpensa, prendiamo la navetta che ci porta direttamente al gate, facciamo il check-in e saliamo sull’aereo che, (via Parigi) ci porterà nel paese in cui almeno una volta nella vita, secondo me, è obbligatorio andarci: New York. Ebbene si, quest’anno il nostro capodanno lo trascorreremo li.

Ore 11.30 decollo. Il volo è tranquillo e scorre via bene tra pasti e film. Arriviamo in orario al JFK. Il fuso orario non mi tocca troppo. Finalmente l’aereo si abbassa e iniziamo a vedere i grattaceli…senza parole. Siamo euforici. Prima di atterrare compiliamo il modulo per la dogana.  Il JFK è uno degli aeroporti più congestionati al mondo, e solo per fare il rullaggio dalla pista al parcheggio ci mettiamo poco meno di un’ora. Ora newyorkese 18.30 circa: atterriamo. Increduli scendiamo dall’aereo. Ritiriamo la valigia e saliamo su un taxi diretti in albergo.

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New York dall’alto

Il tempo di disfare le valigie e di farci una veloce doccia e siamo già per strada pronti a famigliarizzare con questa mastodontica città. Il primo impatto è decisamente positivo. Le persone sono socievoli e gentili, molto più che in Italia; cavandomela  con l’inglese riesco ad avere consigli che ci torneranno utili. Esploro e guardo cose fino ad ora viste solo nei film. Moltissimi dettagli attirano la mia attenzione. Sembra di essere in un altro mondo e sembra  tutto un sogno.

Che esperienza festeggiare il proprio compleanno a Manhattan. E’ proprio il 30 dicembre che compio 37 anni. Arrivata una certa ora la stanchezza del viaggio e il jet lag iniziano a farsi sentire; di conseguenza prendiamo un taxi e ci dirigiamo verso il nostro hotel dove ci fermiamo per cenare all’interno del suo ristorante. La cena dura un paio di ore tra scambi di risate , prime impressioni sulla destinazione e taglio della torta, con auguri finali. Stremati saliamo nelle nostre camere e sprofondiamo in un piacevole sonno.

2 giorno – 31 Dicembre

Appena svegli, giusto il tempo di fare colazione, ci buttiamo nel caos della Grande Mela e andiamo subito a fare un giro Times Square !! Il nostro albergo, si trova a circa 10 minuti a piedi dalla Piazza e dall’Empire State Building. Direi che abbiamo scelto un’ottima location per in nostro soggiorno a NY.

Alle 09:30 abbiamo appuntamento con la nostra guida italiana prenotata direttamente dall’italia, per fare un  tour di Manhattan , che in mezza giornata ci farà vedere alcune delle attrazioni imperdibili, che probabilmente da soli non saremmo riusciti a vedere in così poco tempo.  È un tour che in realtà consiglierei un po’ a tutti, soprattutto per chi come noi non ha molto tempo a disposizione; dopo la sosta per il pranzo in un ristorante nei pressi di Times Square,  ci spostiamo  a Central Manhattan  e saliamo sul “Top of the Rock”, a Rockefeller Center per ammirare la città dall’alto.Inutile dire che il panorama è spettacolare. I grattacieli sono tantissimi, ovunque guardi trovi una punta scintillante, Central park è un’immensa macchia verde…scattiamo centinaia e centinaia di foto. Sorpresa delle sorprese, la pista di pattinaggio è già aperta ed io ne approfitto per pattinare…che emozione!!

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Top of the Rock

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Top of the Rock dall’alto

Nel  frattempo , non facciamo altro che guardare l’orologio, visto che saluteremo il vecchio anno direttamente dalla piazza dando il benvenuto al nuovo. Trascorrere la notte di San Silvestro a New York è il sogno di molti. La città è famosa per i suoi party e per la cerimonia a Times Square.  Sia che tu sia giovane o un po’ avanti con l’età, in compagnia di amici o di figli giovani, New York ne ha per tutti i gusti. Non ti va di stare in un bar o in un locale tutta la notte? New York offre tante altre alternative per celebrare il nuovo anno, come Central Park, un concerto, il circo o anche una crociera! Non c’è che l’imbarazzo della scelta….Centinaia di migliaia di persone si riuniscono in piazza per vedere la palla gigante cadere dall’edificio One Times Square per poi iniziare a festeggiare visto che segna la mezzanotte. Per trovare un buon posto le persone vanno lì 12-18 ore prima dell’evento. Immagina a stare in piedi al freddo senza poter neanche andare in bagno. E tutto questo per qualcosa che dura più o meno  10 secondi.

Le strade vengono chiuse sin dal giorno prima, una congestione incredibile di persone, polizia in ogni angolo delle strade, sembra di girare le scene di un film “thriller”, decisamente tutto molto irreale.

Quasi a sorpresa parte il countdown che si conclude con milioni di urla festose  e l’inizio dei fuochi d’artificio, che finiscono dopo circa mezz’ora ;  sembra di vivere un sogno ad occhi aperti !!! Quanta gente !!! Ed è qui che ci rendiamo conto di quanto e come  gli americani sono capaci di stupirci ancora una volta: nonostante la serata sia gelida e noi siamo vestiti a strati con vari maglioni, le americane osano minigonne senza calze e… sandali!!!  Da brividi !!!  Vi lascio immaginare gli innumerevoli scatti fotografici che abbiamo fatto per immortalare il momento magico. E’ stato senza dubbio il più bel capodanno trascorso fino ad ora. Verso le 4:00 andiamo a letto perché la nostra esperienza non si conclude qui.

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Capodanno a New York

3° giorno – 1 Gennaio

Ci ritroviamo a fare colazione alle 8 del mattino (nonostante le poche ore di sonno), presso un bar della nota catena Starbucks che si trova vicino al nostro albergo: cappuccino e muffin ai mirtilli. Ma dobbiamo fare presto,  oggi o mai più, non vogliamo perdere la Messa Gospel ad Harlem, il quartiere nero più famoso di Manhattan. Ci avvertono di stare attenti perché non è un quartiere molto sicuro, ma non possiamo non andare. Harlem in realtà è uno dei quartieri più affascinanti di New York, l’unica regola che vige è quella della multietnicità. Mentre il resto del gruppo è rimasto a dormire in albergo, io e il mio compagno di camera decidiamo di chiamare un taxi privato per accelerare l’arrivo al quartiere. Una volta arrivati ci facciamo lasciare in uno dei maggiori punti di interesse, ovvero l’Apollo Theatre (uno dei più famosi club musicali degli Stati Uniti ed il più noto al mondo per quanto riguarda gli spettacoli di musicisti afroamericani), da dove inizia la nostra visita. Proseguiamo in cerca di una chiesa; le grandi strade sono quasi deserte, l’impressione non è delle migliori, camminando continuiamo a guardarci intorno; i pochi che incrociamo sono tutti neri, alcuni li vedi subito un po’ “sfasati”, altri vestiti a festa con abiti coloratissimi e cappellini sfarzosi che con tutta probabilità stanno andando a qualche messa. Arrivati all’ingresso della chiesa proviamo ad entrare e ci rendiamo conto che è gremita di gente tutta di colore e di ogni età, con l’abito della festa; le signore con il cappellino e la veletta… fantastico! Riusciamo in qualche modo a trovare dei posti a sedere. C’è un predicatore che sta predicando a braccio, pare una preghiera sulla pace o qualche cosa di simile, hanno un inglese molto “slang” che facciamo fatica a seguire. È un alternarsi di preghiere e canti fatti da un grande coro che sta in un pulpito sopra l’altare. Sono davvero bravi. Ad un certo momento compaiono all’improvviso un centinaio di cantori, tutti elegantissimi vestiti di scuro che cominciano con canti gospel a dir poco da far venire i brividi. E’ davvero incantevole, restiamo ammutoliti, quasi commossi, merita tantissimo. L’atmosfera in cui si svolge la funzione è di allegria, di gioia e di enorme partecipazione perché tutti cantano e battono le mani a ritmo. Ascoltare gospel ad Harlem, quartiere “nero” di New York è una vera esperienza dell’anima. I cori che intonano “O Happy Day” a cappella sono una delle cose migliori che vi può regalare un viaggio a New York.

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Messa Gospel

Decisamente soddisfatti di questa esperienza proseguiamo la visita verso la Columbia University  (un’ università statunitense privata considerata una tra le più prestigiose e famose del mondo) per poi dirigerci verso la zona residenziale dove ci fermiamo esattamente sulla 138th e 139th per ammirare le cosiddette “Brownstone “  (ville a schiera unifamiliari fatte di arenaria marrone ), costruite alla fine dell’ottocento e riconosciute ancora adesso come patrimonio architettonico nazionale degli Stati Uniti. L’ ultima tappa prevede la visita di uno dei posti culturalmente più interessante ed effervescente:  East Harlem. Chiamata anche Spanish Harlem, ovvero la parte Spagnola dell’intera Harlem, o anche “El Barrio”, è storicamente un’area di immigrazione. Oggi la comunità spagnola, nel particolare quella Portoricana, sembra essersi stabilita nella zona e rappresenta la più grande comunità ispanica della città. È qui davvero che  cerchiamo di stare con gli occhi ben aperti. La nostra visita di Harlem è terminata e raggiunto il nostro autista che ci aspetta , ci facciamo accompagnare direttamente tra la 47th e la 48th nel famoso ristorante “Amarone” dove ci aspettano i nostri amici per il pranzo.  Il pomeriggio, dopo aver dedicato un po’ di tempo per lo shopping ( visita al famoso CENTURY 21 ), compriamo il biglietto d’ingresso al National Museum  09/ 11, costituito da due vasche che ricalcano esattamente per posizione e dimensione la base delle Torri Gemelle. Il Memoriale si trova proprio di fronte al centro commerciale nella zona dell’ex complesso del World Trade Center, in  Liberty Plaza. Cascate di acqua scorrono incessantemente dalle loro pareti riempiendo così le piscine sui cui bordi sono incisi i nomi delle vittime dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001.  Camminando tra le due piscine si percepisce un’atmosfera quasi tetra, dove il rispetto per ciò che è successo è palpabile e il pensiero inevitabilmente compie un salto nel tempo, tornando a quel giorno in cui le trasmissioni TV furono interrotte e gli schermi di tutto il mondo si riempirono di fiamme. E’ stata davvero una giornata intensa, e dopo aver cenato in un ristorante a Time Square rientriamo in hotel per dormire.

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Memorial 09/11

4° giorno – 02 Gennaio

Solita colazione, e siamo pronti  per visitare quello che secondo noi è il simbolo di New York, il monumento più fotografato della nazione: la Statua della Libertà. Ed è così che con tanta enfasi e aspettativa ci dirigiamo verso il porto dove convertiremo in biglietto il voucher acquistato il giorno prima e saliremo sul battello.  Siamo a sud di Manhattan dove, dopo aver fatto la fila per i biglietti e i soliti controlli per la sicurezza, ci imbarchiamo sul battello che ci porta all’isola della Statua più famosa al mondo. Mentre il battello si allontana ammiriamo lo skyline di New York e cominciamo a fare le prime foto. La statua già ci appare grande e imponente, è alta 46 metri, mastodontico monumento simbolo della libertà, della speranza e del sogno Americano. Il tragitto in traghetto dura poco più di 10 minuti; una volta arrivati la vista alla Liberty Island è una vera e propria esperienza, è davvero un luogo sensibile. Per entrare ci sono controlli (come ogni museo che si visiterà a New York) e gli omini ti daranno l’audio Tour.  E’ grande, slanciata, ha un colore intenso ed è davvero bellissima sotto ogni angolazione. L’isola è piccolina e ci sono prati curati e centinaia di persone che fanno foto. Noi non siamo da meno. Appena si entra nel Piedistallo, si vede una riproduzione delle Vecchia Fiaccola che aveva Lady Liberty (un vero spettacolo). Quando alzi gli occhi la vedi che svetta bellissima come non mai, in tutta la sua austerità e non puoi fare altro che rimanerne affascinato!

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Statua della Libertà

La visita della Statua è stata un’esperienza unica ed affasciante, ma adesso è ora di fare rientro al porto.  E’ arrivato il momento di provare la metro newyorkese, sarebbe da scriverci un libro. È un mondo sotterraneo, fatto di persone, culture diverse: tutto ciò che non riesci a vedere sopra per la vastità degli spazi, lo vedi sotto nelle metro! Usciti dal mondo sotterraneo, ci spostiamo verso il cuore finanziario della città: Wall Street. Lo visitiamo in un giorno lavorativo e in un orario dove sembra possibile vedere i famosi  Brokers uscire dal New York Stock Exchange.  Sembra quasi di assistere ad una parata di Vip, ripresi e fotografati all’uscita da lavoro come fossero star! La Wall Street feriale è più affascinante di quella festiva, più popolata di gente, turisti che si mischiano a lavoratori. Passeggiamo  nei dintorni di Wall Street, dai grattacieli si passa a casette minuscole, attaccate le une alle altre e poi via dopo una passeggiata sulla 6th avenue verso sud, nel quartiere trendy di Chelsea si arriva al suggestivo Flatiron Building, il famoso “ferro da stiro”. Il grattacielo newyorkese infatti è stato il primo esempio di architettura di questo tipo: completato nel 1902, il Flatiron Building ha un’altezza di oltre 86 metri e una larghezza di soli 2 metri nel punto più stretto del triangolo. Qui il tempo vola; non abbiamo ancora pranzato perchè eravamo presi da ciò che ci circonda! Decidiamo di fermarci in uno street food e mangiare un hamburger al volo per non perdere tempo. Subito dopo proseguiamo la nostra visita verso il ponte di Brooklyn. Lo percorriamo a piedi, in mezzo ad una notevole folla di persone. Troppa è la curiosità di vedere questo famoso ponte dipinto e riprodotto in tanti poster e foto! Il tempo non è dei migliori, tira un vento fortissimo che tra i grattacieli quasi non si sentiva ma non appena le altezze si riducono ed esci un po’ allo “scoperto”, ne avverti tutta la forza! Sfortunatamente  è un vento freddo e gelido ed  essendo vicino all’Oceano è anche molto umido e  fastidioso, ma ciò non ferma la curiosità di attraversare a piedi il Ponte. E’ un ponte bellissimo. Le foto si sprecano, è difficile riuscire ad ottenere un angolo con scorcio sullo skyline con la visuale libera da altri passanti. Arrivati dall’altra parte proseguiamo verso destra, giungendo infine alla meta della passeggiata, la Brooklyn Heights Promenade, dalla cui terrazza si gode una visuale dello skyline da urlo. Sarà lunga circa 200 m, con panchine che permettono di godere della visuale nella tranquillità della zona. Dietro di noi ci sono case molto signorili, non oso immaginare quanto costi qui dentro un appartamento con vista su Manhattan. Restiamo un’oretta, sto per fondere la macchinetta fotografica dagli innumerevoli scatti.

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Ponte di Brooklyn

Decidiamo di inserire nel nostro tour uno dei quattro musei che ci eravamo prefissati prima della partenza: il MoMa. New York è senz’altro la capitale mondiale dell’arte moderna ed il MoMa, The Museum of Modern Art,  è il suo tempio; non pensate di passarci meno di due ore. Dopo una fila di dieci minuti (magari fosse così anche in Italia!) entriamo nel museo; c’è di tutto: oggetti di design, stampe, fotografie, disegni, dipinti e sculture di ogni tipo. Ogni volta che vedi un’opera sembra la più bella ma poi ti rendi conto che la successiva lo è ancora di più. Siamo stanchi ma non possiamo non percorrere Broadway, una strada illuminata e colorata, una delle  più importanti, che “taglia” letteralmente Manhattan. La fama mondiale di Broadway è dovuta specialmente alla presenza di moltissimi teatri all’interno dei quali vengono portati in scena alcuni dei più grandi musical a livello internazionale fra i quali citiamo: Chicago, Jesus Christ Superstar e Moulin Rouge. Broadway è definita dagli appassionati come una “strada” impregnata di cultura e di costume “made in USA”; E’ ora di cena. Arrivati al ristorante chiediamo chiaramente un tavolo sulla finestra e veniamo accontentati. La vista che si gode è spettacolare, in pratica si cena mentre il ristorante gira lentamente su se stesso, aprendo la visuale sui grattacieli vicini e sulla città. La cena vale tutto il prezzo che paghiamo. Siamo molto stanchi, la giornata è stata intensa ma ricca di bellezze. Rientriamo in hotel.

5° giorno – 3 Gennaio

Non lasciate New York senza toccare la sua vera anima. Per scoprire quante diversità coesistono in questa meravigliosa città, per sapere che cosa rende New York il centro del mondo, non limitate la vostra visita a Manhattan. Vi invito a scoprire i diversi quartieri, Queens, Bronx e Brooklyn che tutti insieme rendono New York una città unica nel mondo! Tutto ciò noi lo facciamo con il Tour dei Contrasti, prenotato già dall’Italia,  scoprendo le differenti architetture e colori che si mescolano straordinariamente ed elegantemente e che danno fascino alla città. Fra i luoghi più conosciuti, specie per la pessima fama di cui si è ammantato nel corso degli anni ’70 e ’80, non possiamo tralasciare il mitico distretto del Bronx, nell’immaginario collettivo associato a giungla urbana malfamata e incrocio di strade pericolose per gli sprovveduti turisti. Il Bronx è sinonimo di ghetto e, come tutti i ghetti, spaventa e incuriosisce. In quel suono è racchiuso il fascino del rischio raccontato in tanti film. Oggi il Bronx sta perdendo quella nomea di luogo pericoloso in quanto molte zone sono state rinnovate e gli atti criminali sono diminuiti. In alcune zone di questo grande quartiere sono stati costruiti dei complessi residenziali abitati da quei benestanti che lavorano nel centro città. Il Bronx ha un paio di quartieri icona. E’ qui che si trova la vera Little Italy, senza turisti e con una vera atmosfera italiana. Abbiamo visitato tante piccole botteghe italiane che servono un ottimo caffè e buon cibo. I palazzi hanno dei bellissimi decori sia all’interno che all’esterno. Durante il tour del Bronx puoi vedere come si è trasformata oggi quest’area. “ Proibito “ non  fermarsi ad ammirare ed immortalare l’icona dello sport nazionale Americano: lo Yankee Stadium. Il tour prosegue raggiungendo Astoria ed il Queens, famoso per ospitare Flushing Meadows, la casa del torneo di tennis “Us Open. Ultima tappa, la vicina Brooklyn, con Greenpoint, quartiere emergente, scelto da molti giovani artisti Newyorkesi, ed ora ricco di molti buoni ristoranti, bars e boutique d’avanguardia e Williamsburg. Qui il tempo sembra essersi fermato anche se siamo ad una sola fermata di metro da Manhattan. Si respira un’aria antica nel cuore di New York dove vive la più grande comunità ebraica ortodossa d’America: gli hassidici. Strade deserte, nessun’ auto, solo uomini e bambini con i lunghi riccioli a differenza delle donne che invece indossano la parrucca perché hanno la testa completamente rasata. Per il pranzo ci suggeriscono  JG Melon Burger e da voci sembra prepari i migliori hamburger di NY; il pranzo scorre via piacevole, scambiandoci impressioni e consigli sui luoghi da continuare a visitare.

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Ancora… Bronx

Nel pomeriggio visitiamo Chinatown e poi  Little Italy, ma purtroppo quest’ultima sta sparendo inglobata dalla prima… povera Little Italy è sempre più Little. E a ben pensarci la cosa ha anche un senso. Una volta immigrati italiani e cinesi vivevano nelle rispettive zone, a Little Italy addirittura in pochi palazzi si arrivava ad avere 40.000 persone. Oggi non è più così, non credo che ci siano ancora emigranti italiani che vanno a cercare fortuna a New York. O meglio, ce ne sono, ma in genere sono i “cervelli in fuga”, che scappano per fare ricerca o per fare un qualche MBA di successo. E quindi mediamente con capacità economiche molto superiori a quelle dei nostri nonni e bisnonni che partivano con la valigia di cartone. Questo per dire che se Little Italy ha perso la sua tipicità di “luogo dove vivono gli italiani” a favore del “luogo con bandiere italiane”, Chinatown è ancora il punto di ritrovo per la colonia cinese della città. E pertanto è anche normale che la prima si riduca in dimensione a favore della seconda.  I pochi ristoranti e parrucchieri “Italiani” rimasti sono un vero spasso! Finalmente possiamo  per una volta chiedere negli USA un espresso sperando di averne uno decente. E così è, ottimo caffè. Degni di nota sono anche i quartieri di TriBeca e SoHo che hanno un ricco passato, durante il quale si sono trasformati da centri di produzione e distribuzione in zone residenziali dall’atmosfera e dall’aspetto architettonico unico.

In serata decidiamo di fare il tour di Brooklyn; non appena arrivati rimaniamo incantati dalla vista che si gode su Manhattan, il consiglio che vi dò è quello di andarci sia di giorno che di notte, sono due panorami completamente diversi ma entrambi meravigliosi.

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Quartiere di Brooklyn di notte

Ci incamminiamo a piedi verso il centro della città. A quel punto decidiamo che con le luci della notte è anche un buon momento per vedere la città dall’alto, quindi per chiudere bene la giornata ci sta tutta la salita sull’Empire State Building!

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Empire State Building

Ambiente magico, sembra di essere sul tetto del mondo con viste mozzafiato.

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Panorama dall’Empire State Building

6° giorno – 4 Gennaio

Siamo sempre mattinieri perché non vogliamo perderci nulla della Grande Mela. Oggi il nostro programma prevede la  visita di  Central Park: favoloso. Vero e proprio rifugio dalla frenesia. Questa parte di NY è stata super filmata e ripresa da tanti film. Affittiamo le bici e lo giriamo in lungo e in largo, non fatevi sgridare dai ciclisti locali, come abbiamo fatto noi. In quasi tutta Central Park è possibile rilassarsi, lontano dal caos cittadino, immerso nel verde, tra scoiattoli, prati, laghi, fontane e statue. Visto il freddo pungente il parco non è affollato, ma è comunque di grande effetto. E’ bello vedere come a Manhattan, la zona probabilmente più costosa a livello mondiale in termini di $/mq, abbiano creato e lasciato un parco così sterminato.

Proseguiamo la nostra passeggiata verso il MET, dalle dimensioni mastodontiche; spettacolare l’altare buddista, la pagoda cinese, il tempio egizio e la piazza spagnola.

La mattinata la dedichiamo ai musei e continuiamo il nostro giro di New York verso il Guggenheim Museum, bellissima struttura a spirale. Risulta essere uno dei maggiori musei d’arte di fama internazionale e una delle icone architettoniche più significative del 20° secolo. Ci imbattiamo nella Fifth Avenue dove notiamo le diversità e l’originalità rispetto agli altri edifici che circondano il museo.  Fifth Avenue,  nel tratto compreso tra 30th St. e 60th St., offre la possibilità di uno shopping “infinito”.  Dai gioielli di Tiffany ai computer di CompUSA, dagli articoli sportivi agli oggetti di elettronica, dall’abbigliamento sportivo a quello esclusivo e raffinato, dai souvenir ai numerosi articoli del Disney Store, dai CD agli orologi di Cartier, dai libri ai gadget dedicati alla città.

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Fifth Avenue

Non è possibile andare a New York senza passeggiare lungo questa Via dove tra le altre cose non perdiamo l’occasione di entrare nel  Trump World Tower ( grattacielo di 58 piani), e di imbatterci nella famosa Saint Patrick’s Cathedral  ( Cattedrale di San Patrizio ), principale luogo di culto cattolico di New York.

Dopo pranzo ci facciamo un giro nel Greenwich Village , un quartiere prevalentemente residenziale. Percorrendo Bedford Street, direzione Houston St, al numero 75 ci troviamo a vedere la casa più stretta di tutta New York City: misura appena 2,89 m in larghezza per 9 m di profondità. Questa piccola abitazione sembra aver ospitato personaggi famosi del passato come l’attore Cary Grant. Un’ altra piccola chicca che il Village ci regala!

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Greenwich Village

Finito il giro ci accorgiamo che il tempo scorre in fretta quando si hanno troppe cose da fare; sono già le 20, torniamo in hotel ,ceniamo e dedichiamo l’intera e ultima serata a Time Square, dove passiamo tutto il resto della giornata fino a notte fonda. Appena usciamo dal sottopassaggio veniamo investiti dalle luci di tutte le insegne luminose che cambiano continuamente. Vale davvero la pena visitare questa zona di sera. C’è moltissima gente, alcuni ragazzi improvvisano alcuni sketch, alcuni mangiano, altri ballano, tutti i negozi sono aperti, le luci in continuo cambiamento e la musica fanno un po’ girare la testa. Visitiamo  gli innumerevoli negozi ,imperdibile quello delle M&M. Restiamo colpiti dalle luci, dagli enormi cartelloni pubblicitari e dalla folla che riempie la Piazza. E’ una notte magica, l’ultima notte.

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Central Park

7° giorno – 5 Gennaio

Oggi siamo un po’ tristi perché è l’ultimo giorno. Abbiamo il volo alle 19 e decidiamo di concederci un’ultima mattinata di visita. E’ il turno del museo di storia Naturale che è una delle attrazioni più frequentate dai turisti. Per 125 anni, il museo di storia naturale americano è stato una delle istituzioni preminenti per la scienza e la ricerca, rinomato per la sua collezione e le sue mostre che ci illuminano riguardo ai milioni di anni dell’evoluzione della Terra, dalla nascita fino ai giorni nostri. E’ un luogo assolutamente da non perdere. Se avete visto “Una notte al museo”, appena entrati al Museo di Storia Naturale di New York riconoscerete al volo il set del divertente e celebre film. Qui, non solo è possibile apprendere la storia evolutiva degli esseri viventi, ma si può intraprendere un vero e proprio viaggio nel tempo, grazie alle accurate ricostruzioni di ambienti naturali specifici, dove trovano o hanno trovato il loro habitat naturale i mammiferi dei continenti africano, asiatico e nord-americano. Anche quest’ ultima visita ci ha resi entusiasti e nostalgici di lasciare questa grande Terra. Dopo pranzo chiamiamo un taxi e ci facciamo accompagnare in aeroporto per il volo di rientro.

 

New York ha la capacità di entrare nel cuore di ognuno ancor prima di visitarla. E’ il sogno di ogni persona forse perché è il set di tantissimi film da sogno

 

Per qualunque dubbio o per maggiori informazioni scrivetemi sulla mia pagina fb “Claudio Dambrosio”.